
a me, a te quale sorte abbian dato gli dèi,
e non chiederlo agli astri, o Leuconoe;
al meglio sopporta quel che sarà:
se molti inverni Giove ancor ti conceda
o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde del mare Tirreno.
Sii saggia, mesci il vino –
breve è la vita –
rinuncia a speranze lontane.
Parliamo e fugge il tempo geloso:
cogli l'attimo, non pensare a domani.